Prima di essere un’organizzazione, un’istituzione o un progetto, l’Arche è innanzitutto un’esperienza. Chi entra all’Arcobaleno è accolto come persona, unica e irripetibile, con la sua storia e il suo essere qui e ora. Disabilità e competenze sono di ciascuno, persone accolte, assistenti e volontari, in modi e misure differenti: la consapevolezza che nessuno è perfetto è ingrediente fondamentale per costruire giorno dopo giorno un’esperienza di accoglienza e condivisione, fermento di crescita per tutti.
Al centro dell’esperienza sta la relazione tra gli uni e gli altri che si vuole costruire nella reciprocità e nella condivisione di vita e lavoro tra le persone che abitualmente, quotidianamente o sporadicamente, si trovano in Comunità.
La Comunità “L’Arcobaleno” propone un modello di vita “famigliare” in cui condividere la vita di ogni giorno e in cui persone con e senza disabilità mentale possono sentirsi accolte nel proprio essere se stesse. Che ognuno si senta rispettato, amato e protagonista della propria vita, in qualche modo costruttore di un contesto sereno, è obiettivo comune perseguito da tutti.
Le dimensioni caratterizzanti le comunità dell’Arche sono quattro:
- la dimensione spirituale che accoglie e da spazio a quella personale di ciascuno, sia credente o meno, radicato in una fede religiosa o meno;
- la dimensione comunitaria ispirata alla condivisione e all’aiuto reciproco nell’esperienza di una medesima umanità;
- la dimensione professionale, espressione del riconoscimento della dignità delle persone con disabilità mentale, accompagnate da personale competente e professionale;
- la dimensione dell’annuncio del dono delle persone con handicap, per un’interazione sociale arricchita dalla presenza di persone capaci di ricordarci cosa veramente conta.